10/10/13 - Fonte: Il sole 24 ore
Quando una ristrutturazione mette in gioco più interventi, è necessario prevedere preventivi e consuntivi separati, da parte dell'impresa, per una stessa riqualificazione e decidere poi a
posteriori su cosa chiedere la detrazione del 50% e su cosa quella del 65%? Questa suddivisione, qualora possibile, può essere operata anche sulle spese che riguardano la "direzione lavori"?
È questo uno dei tanti quesiti che sono arrivati, in questi ultimi giorni, al Forum online dedicato al «Bonus lavori in casa»; qui sotto ne pubblichiamouna
scelta. Se in uno stesso stabile (già esistente) vengono effettuati più interventi di recupero e tutti concorrono al raggiungimento di un indice di prestazione energetica per la climatizzazione
invernale, inferiore rispetto ai valori definiti nel Dm dello Sviluppo economico dell'11 marzo 2008, allegato A, allora è superfluo distinguere fra lavori edili e per la riqualificazione energetica.
L'intero complesso dei lavori può infatti rientrare nella tipologia prevista dal ecobonus al 65% per la riqualificazione energetica globale di edifici esistenti. Con un valore massimo di detrazione
di 100mila euro e un importo limite nel valore delle opere che dal 6 giugno 2013 è di 153.846,15 euro. In questa categoria, infatti, lo Stato non ha definito nel dettaglio quali siano le opere o
impianti che occorre realizzare per raggiungere le prestazioni energetiche richieste. Ne risulta che tutte possono concorrere, purché riescano a determinare come conseguenza l'abbattimento del
fabbisogno annuo di energia primaria.
Laddove comunque il titolare del recupero decida di utilizzare entrambe le detrazioni per porzioni diverse di lavori, è bene sottolineare che una medesima spesa non può godere di entrambe le
agevolazioni. Ma è necessario scegliere.
Ci sono, infine, una serie di casi in cui – pur essendo l'ecobonus la misura che “concede” di più sul recupero delle tasse – è meglio utilizzare il 50%. Ad esempio quando, oltre alla
ristrutturazione, il cittadino intenda fruire anche del bonus mobili ed elettrodomestici al 50%. Quest'ultima possibilità non è associata al 65%. Pertanto, esistono situazioni in cui il beneficio che
si otterrebbe con la riqualificazione energetica è inferiore a quello ottenuto sommando il 50% per opere al 50% per arredamento.
Inoltre, la pratica per l'utilizzo dell'ecobonus richiede – oltre all'attenzione nell'effettuare i bonifici con le modalità corrette – anche l'asseverazione di un tecnico sul rispetto dei requisiti
stabiliti dalla normativa e l'invio telematico di una serie di documenti all'Enea. Disbrigo burocratico che, nel caso degli infissi, è gestibile anche in fai-da-te, ma per interventi più corposi può
costringere il cittadino a rivolgersi a un professionista, sborsando un compenso aggiuntivo.
Per quanto riguarda, infine, la questione della direzione lavori è necessario tenere presente che, in caso di utilizzo di bonus differenti per diverse parti di edificio, questa però non è
"scomputabile" e va imputata all'intervento più significativo.